(Hercole.it)"Non nascondo l’emozione per l’incarico che mi è stato affidato. Se ne parlava già da qualche mese". A parlare è Michele Benfari, il nuovo direttore del museo di Lipari.
Direttore Benfari, ci racconti di questo esordio, o meglio dell’ennesima avventura per lei in questi luoghi.
"Da gennaio di quest’anno il direttore Gullo è andato in pensione e il museo da quel momento si è trovato senza un dirigente in grado di determinare anche il minimum essenziale per il suo funzionamento. Devo ringraziare l’assessore ai beni culturali Lino Leanza e il direttore generale del dipartimento Russo per la fiducia accordatami. Appare superfluo sperare, in questo momento cosi difficile per la nostra economia e per la nostra terra, in una collaborazione straordinaria di tutti i dipendenti ma soprattutto delle istituzioni presenti sul territorio".
Il territorio che supporta la cultura, dunque, cosa si aspetta?
"Ho contezza delle grandi difficoltà e per superarle bisognerà che tutto il personale faccia la propria parte. Come in molti sanno, ho avuto la possibilità di lavorare per tre anni all’azienda di soggiorno e turismo a Lipari; in questo contesto ho avuto la fortuna di collaborare con persone qualificate e di grande umanità e di conoscere la bellezza e la natura di queste isole che credo non abbiano eguali. Del resto l’Unesco ne ha riconosciuto le peculiarità e non solo ambientali".
E per quanto riguarda nello specifico il Museo Bernabò Brea?
"Il museo archeologico Bernabò Brea non lo devo certamente svelare io. E’ sicuramente il più importante e conosciuto al mondo per i suoi reperti marini e per la storia degli innumerevoli scavi. In pratica ce lo invidiano tutti".
Obiettivi?
"Il mio vero grande obiettivo è fare del Museo attuale non solo un luogo di conservazione di beni culturali ma un luogo privilegiato di scambi culturali, di studi, ricerca scientifica e anche di formazione. Un luogo dove la storia dell’uomo possa mescolarsi con l’arte contemporanea, la musica, il teatro, la danza".
Pensa già a degli strumenti precisi per ottenere tutto questo?
"Ovviamente per attuare un simile programma si richiede un rinnovamento anche delle forme giuridiche e gestionali del Museo, tenendo conto anche delle esperienze maturate in altri Paesi. Insomma penso ad una dimensione imprenditoriale che implica nuove modalità di management, nuove collaborazioni con sedi istituzionali, ad accordi con privati, con fondazioni. Se penso a tutti gli uomini potenti del mondo che si sono fermati almeno una volta con i loro yacht nei mari dell’arcipelago eoliano, mi viene facile fare quattro conti..".
Insomma una sorta di network con cui le Eolie entrano nel sistema dell’arte, no?
"Questo ovviamente può accadere se le istituzioni e la politica si rendono conto che un museo come quello di Lipari, và visto con un occhio moderno che stimola la ricerca di metodi innovativi di promozione, quali per esempio l’esportazione temporanea di opere in altri musei del mondo con la clausola di riceverne altre di pari importanza, magari nei momenti di minor flusso turistico, in modo da creare quella famosa destagionalizzazione di cui si parla tanto. Per fare questo, oltre al mio impegno personale, c’è bisogno di un forte interesse e di una grande passione di tutti gli uomini di buona volontà che hanno a cuore le sorti di questo scrigno nel quale viene custodito uno dei più grandi patrimoni culturali del mondo, senza dimenticare le altre meraviglie paesaggistiche e culturali tra cui Filicudi e Panarea, Salina e Stromboli, anch’esse con i loro piccoli contenitori museali, testimoni della cultura di questi luoghi".
Qualche anticipazione sulla seguente programmazione?
"Ci stiamo lavorando, ho in mente molte cose, penso ad una stagione di appuntamenti ragionata, fresca, attenta a rispettare la sacralità di questo luogo, di questo contenitore museale, che vorrei fosse un incubatore di cultura dinamico, aperto, vivo".
Il primo appuntamento del suo mandato?
"Il 28 settembre si inaugura a Lipari, nello spazio espositivo di Santa Caterina 'L’Eros nell’arte. Dalle veneri classiche all’immagine contemporanea del corpo'. Un appuntamento che vuole coniugare sin da subito archeologia e contemporaneità proponendo una riflessione, anche piuttosto forte, sull’immagine del corpo. In particolare sull’eros, da sempre presente nell’arte con le molteplici implicazioni che la sua interpretazione comporta. Un excursus per immagini di opere arcaiche e contemporanee, ma anche parole, musica e danza, attorno ad un tema così attuale, così complesso".