di Giuseppe Bianca -
“C’è un preciso disegno che punta a delegittimare la Sicilia, e la sua autonomia statutaria. La storia degli incontri raccontata da Panorama merita la denuncia per calunnia e mi rivolgerò ad un tribunale del Nord che non insabbi le denunce e il cui risarcimento andrà in beneficenza”. Rosario Crocetta risponde così dopo l’articolo del settimanale ‘Panorama’ circa i suoi rapporti con un soggetto poi diventato mafioso, e gia’ chiariti dagli inquirenti oltre quindici anni fa. Ricostruzioni che Crocetta giudica più che fantasiose, risponde a personaggi ritenuti improbabili come Amato e Di Blasi, e soprattutto afferma che tutte le circostanze contestate sono ampiamente false.
Non ha mai abitato a Gela, nel “Bronx”, ma riconosce di essere stato amico di infanzia di Alessandro Barberi, che, in seguito ha poi intrapreso il percorso mafioso, negli anni in cui Crocetta non viveva a Gela e nel suo territorio, e cioè tra il ’77 e l”82, e tra l”87 e il ’90. Crocetta parla poi di un tentativo di “dossier” che i suoi avversari politici avrebbero provato ad allestire in collaborazione con i Servizi Segreti della Tunisia. Il governatore della Sicilia nel ribadire la sua tesi complottista, lancia infine un pesante attacco a Gaetano Armao, ex assessore all’Economia: “Armao è un traditore della Sicilia, che ha assunto in piena campagna elettorale impegni di spesa e dato contributi nonostante ciò sia espressamente vietato dalla legge”.
E’ una storia triste, quella di un popolo e di una regione che vede ancora fango su uomini delle istituzioni. Crocetta in ogni caso, ribadisce che sarà uomo di antimafia, poiché viene dalla scuola politica cara a Pino Puglisi e in questo solco, proseguirà la strada
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