Riceviamo da Pietro Lo Cascio e pubblichiamo:Gentile direttore,
la manifestazione di sabato 17 indetta dagli studenti ha fatto discutere, e indubbiamente questo è uno dei risultati ai quali gli organizzatori potevano aspirare. L’altro, purtroppo mancato, sarebbe stato quello di un’ampia partecipazione della cittadinanza, ma del fallimento di quest’ultimo obiettivo non hanno certo colpa agli studenti. Loro, con uno sforzo generoso, hanno saputo dare un forte segnale di dissenso nei confronti delle politiche nazionali che ledono il diritto allo studio e, in generale, delle politiche che ledono i nostri diritti, quelli di una comunità maltrattata dall’indifferenza e dall’inadeguatezza dello Stato e della Regione. Leggo che Michele Giacomantonio lamenta l’uso di un linguaggio improprio. Io preferirei lamentare l’assenza della cittadinanza, che ha avuto un’occasione per scendere in piazza a difesa dei propri diritti calpestati e che – nonostante l’invito degli studenti – l’ha persa miseramente. C’erano alcuni genitori, c’era qualche cittadino, ma quel corteo poteva essere molto più lungo e rumoroso, a giudicare dal numero di persone che ha preferito guardarlo dai balconi di casa, dai tavolini dei bar, dalle loro irrinunciabili occupazioni mattutine. Peccato.
Quella che gli studenti ci avevano offerto era una bella opportunità per esprimere il proprio dissenso verso un’agenda Monti che sta sopprimendo le speranze e il futuro dei ceti medi e deboli, verso una politica nazionale e regionale che sta eliminando sistematicamente il nostro diritto alla mobilità e alla salute. Eppure, di questi temi si sente spesso parlare proprio in quei tavolini dei bar, ma le lamentele dette tra un caffè e un bicchiere d’acqua non lasciano un segno tangibile nella coscienza civile di un paese.
Non voglio aggiungere altro alle repliche che ho letto e che condivido pienamente, se non un personale ringraziamento agli studenti e il fatto che quel linguaggio – tanto biasimato da Giacomantonio – ha previsto parole di gratitudine verso figure storiche della cultura e dello studio nelle nostre isole, come il professor Iacolino e la professoressa Conti, ai tutti noi manifestanti abbiamo rivolto un caloroso e rispettoso applauso.
Cordialmente,
Pietro Lo Cascio
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